GIANLUCA MANCUSO: il racconto della vittoria del 2017

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Gianluca Mancuso con il suo inseparabile amico Kropki

Allenamento, tensione, emozioni e… il record. Ecco che cosa è stata per Gianluca Mancuso la terza vittoria consecutiva al Campionato italiano di Sudoku dispoutatasi il 2 aprile 2017 a Modena. Da allora ha ancora avuto tempo di migliorarsi, vincendo anche l’edizione del 2018 ma non dimentica il momento in cui è entrato ufficialmente nella storia del nostro gioco preferito. In un’intervista a Settimana Sudoku, racconta le emozioni del 2017.

Terza vittoria consecutiva campione italiano di sudoku: cosa si prova?
“È stata un’emozione unica, delle tre la più grande perchè mi sono reso conto di essere entrato nella storia, di aver fatto qualcosa che non aveva mai fatto nessuno prima. Poi quest’anno la vittoria ha avuto un sapore speciale visto che tra i concorrenti c’era anche Gabriele Simionato, un creatore di schemi di livello internazionale. Per me è un mito: era campione italiano quando io ho cominciato a competere ed essere arrivato a misurarmi con successo con lui vuol dire aver fatto passi da gigante”.

Come ti sei allenato?
“Mi sono concentrato per lo più sulla finale. Ma non su tutte le varianti di sudoku in gara, perché molte le conoscevo già bene. Ho preferito soffermarmi maggiormente su quelle del play off finale: se ci fossi arrivato sarebbe stato quello il momento decisivo. Per questo ho lavorato sul Renban e soprattutto sul’Anti-knight, che per me erano piuttosto ostiche. Va detto che il mio non è stato un allenamento severo visto che circa due mesi prima della gara è nato mio figlio Gianmarco… È stato un piacere e un onore dedicare la vittoria a lui e a mia moglie Francesca, che se ne è occupata da sola mentre ero via. Però il mio impegno, seppur non costante, alla fine ha dato i suoi frutti: in finale ho risolto l’Antiknight nei tempi che mi ero prefissato”.

Come si è svolta la gara?
“La struttura del Campionato è stata più o meno la solita. Una prima manche rapida ma più selettiva delle altre volte: in pochi sono riusciti a completare gli schemi. Poi una seconda di varianti più comuni e una terza di griglie classiche, valevole anche per l’assegnazione della Coppa Sudoku, vinta quest’anno da Chiara Nuzio. Infine una quarta manche di varianti più impegnative. Tra queste ci tengo a citare il Sudoku Spread, una creazione inedita del mio amico matematico Giorgio Dendi. Il play off invece è stato molto più duro delle altre volte perché, anziché uno o due schemi come succede solitamente, ne hanno proposti quattro, da affrontare in questo modo: i sei concorrenti erano sistemati ciascuno in una fila di quattro banchi, in quello più a destra si doveva risolvere il primo sudoku, un classico 9×9, una volta finito lo si consegnava al giudice, il quale stoppava il concorrente per un minuto e, nel caso lo schema fosse giusto, lo faceva passare nel banco successivo a risolvere lo schema seguente. La parte spettacolare stava quindi nel fatto che si poteva vedere la progressione della gara proprio dalla posizione dei giocatori”.

Che schemi avete dovuto affrontare?
“I primi due schemi del play off erano un classico e un Anti-knight, entrambi abbastanza fattibili. Gli ultimi due invece, un Killer e un Renban (creati della bravissima Giulia Franceschini), erano veramente impegnativi. Per me è stato come scalare il Mortirolo, ma con grande determinazione alla fine l’ho spuntata”.

Quando hai capito di poter vincere?
Quando ho finito il Killer. Non ci speravo più, mi aveva impegnato tantissimo! L’ho completato in 18 minuti e quando il giudice mi ha detto che era corretto e ho visto la mia avversaria più quotata, Chiara Nuzio, poi arrivata seconda, ancora ferma al terzo banco, ho pensato che era davvero la mia occasione e che avrei potuto vincere”.

Il tuo cane Kropki ti ha seguito anche questa volta?
“No, quest’anno è stato un campionato senza Kropki: non c’era la variante e nemmeno il mio cane, rimasto a fare da angelo custode a Gianmarco”.

 



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